1... andare in città a cercare un lavoro nelle fabbriche. Ma questo lavoro, per chi era
privo di studi e di specializzazione sarebbe stato dequalificato e malpagato, perciò don Milani
ha relativamente facile gioco nel convincere i genitori che per il bene dei loro figli, in vista
della desiderata promozione sociale ed economica, avrebbero fatto meglio a restare e a
consentire loro di frequentare la scuola presso la canonica per poi sostenere gli esami in città.
2...D’ogni libro c’era una copia sola. I ragazzi gli si stringevano sopra. Si faceva fatica
ad accorgersi che uno era un po’ più grande e insegnava.
3...chi era senza basi, lento o svogliato si sentiva il preferito. (…) sembrava che la
scuola fosse tutta solo per lui. Finchè non aveva capito, gli altri non andavano avanti.
4... (paternalismo) don Milani riteneva che l’autoritarismo del maestro fosse una condizione
necessaria per avere rispetto e raggiungere gli scopi che si era prefisso a loro vantaggio.
Tutto l’insegnamento, nei contenuti e nelle forme era basato sulla concretezza.
Concretezza di vita vissuta, di problemi reali, di situazioni di vita e di lavoro che
appartenevano all’esperienza degli allievi e delle loro famiglie o che erano documentate dalla
cronaca.