mercoledì 14 novembre 2012

il suo cuore aveva bisogno di conforti e di novità

Tale era il singolare stato d'animo della signora Pietranera: partito Fabrizio, assai poco l'avvenire le prometteva e il suo cuore aveva bisogno di conforti e di novità. A Milano s'appassionò per l'opera in voga: andava tutte le sere a chiudersi sola, per lunghe ore, nel palco del generale Scotti, un tempo innanzi suo intimo amico. Gli uomini che cercava vedere per aver notizie di Napoleone e dell'esercito, le parevan grossolani e volgari. Tornata a casa, improvvisava al pianoforte fin verso le tre dopo mezzanotte. Una sera alla Scala, nel palco di un'amica dov'era andata a chieder notizie, le presentarono il conte Mosca, ministro di Parma: un simpatico uomo che parlò di Napoleone e della Francia in modo da darle nuove ragioni di speranze e di timori. La sera dopo tornò in quel palco dove anche il simpatico uomo tornò; ed ella, durante tutto lo spettacolo, prese molto piacere a conversare con lui. Dalla partenza di Fabrizio in poi, non aveva passato una serata cosí divertente. Il signore che la divertiva, conte Mosca della Rovere Sorezana, era allora ministro della guerra, della polizia e delle finanze del famoso principe di Parma, Ernesto IV, notissimo pe' suoi rigori che i liberali milanesi chiamavan crudeltà. Il Mosca era sui quaranta o quarantacinque anni, aveva tratto da gran signore, nessun sussiego, anzi un fare semplice e gaio che disponeva in suo favore. Sarebbe apparso all'aspetto assai piú giovane se una bizzarria del suo sovrano non l'avesse obbligato a portar la testa incipriata, come guarentigia di retti sentimenti politici. In Italia, dove non si bada piú che tanto a offender la vanità, si fa presto a pigliar confidenza e a mettere il becco ne' fatti altrui. Correttivo di quest'usanza è che se nasce un permale non ci si riparla più, e tutti pari.