mercoledì 13 marzo 2013

nella metropolitana di Tokio

Glosse inevitabili: Daccordo, in aereoporto o semplicemente in stazione è duopo una comunicazione rapida intuitiva da cogliere a colpo d'occhio; ma non si capisce perchè questa debba dominare tutto il resto, appiattendo tutto, opacizzando i contesti, annullando i silenzi che sono le basi della musica, per esempio
mah

In migliaia e migliaia convogliati e poi spinti fuori da quel dedalo di stordente magnificenza, senza poter vedere ne' capire nulla, massa poliglotta di piedi gonfi e di occhi sgranati transennata sotto le volte che ci passano veloci sopra la testa. E i commessi che ci spingevano avanti (proprio come si dice avvenga nella metropolitana di Tokio: il mondo si giapponesizza)per stiparci qualche metro oltre, perche' le regole dell'ingegneria idraulica non possono essere quelle della cultura (al massimo di una frettolosa ingorda e superficiale istruzione turistica...). E l'incredibile mansuetudine della gente, che non e' poi sempre cosi' incivile e gretta, e accettava di farsi strizzare a pagamento lungo quei toboga museali, pur di poter dire di aver visto cio' che avrà potuto appena intravedere.