mercoledì 2 giugno 2010

Il peso specifico delle parole

Mondoailati è il luogo necessariamente virtuale in cui si sta formando un nuovo tipo di comunità tra gli studenti e i docenti del Corso di laurea in Filosofie e scienze della comunicazione e della conoscenza (e domani del Corso di laurea specialistica), e i loro amici ed ospiti, che ne sono cittadini a parte intera.

E’ cresciuto molto in quantità e qualità dall’inizio di questo anno accademico. Ci sono i primi segni della prossima metamorfosi: interventi e articoli sempre più pensati e documentati, che guardano anche oltre la vita quotidiana del corso, che affrontano le questioni filosofiche e scientifiche che ne costituiscono i contenuti, ed anche quelle civili e culturali del mondoresiduo, che circondiamo a mo’ di geroglifico non per ignorarlo, ma per scegliere in autonomia il nostro punto di vista. Dobbiamo insistere in questa direzione, e coltivare la capacità di mescolare gli stili, di giocare sui significanti, di intessere collettivamente le nostre immagini e le nostre storie. La leggerezza e la complicità, l’amicizia e il confronto. Ormai, anche la memoria.

Il vero punto su cui si gioca la partita è questo. Se vorremo, se sapremo giocare la nostra creatività e il nostro impegno, allora mondoailati avrà un senso, se no, appassirà in fretta.

Dobbiamo pure inventare e tarare le norme di queste interazioni, cercare la misura reciproca e la sintonia: vi resta a volte una certa irritabilità di superficie, che può portare a toni da paladini in un teatro di pupi, e a scontri che hanno lo stesso fragore e la stessa inconsistenza. L’ironia, e soprattutto l’autoironia non sono abbastanza frequentate. Gli studi sulle comunità virtuali dicono che è normale, che è un effetto dell’assenza di contesto, che è una malattia della infanzia. E noi vogliamo crescere, superare le fasi infantili, perché quando avremo trovato il tono e il ritmo giusto, e fatto di queste norme i nostri abiti, saranno abiti splendenti nelle piazze e nelle aule di mondoailati.

Perché esprimere disapprovazione per un intervento che non si condivide, quando è sufficiente non rispondere? E se pensiamo di avere qualcosa da correggere o da aggiungere, per tutti, perché farlo come maestrini eternamente con la bacchetta in mano? Diamo un esempio di ciò che consideriamo migliore. Che cento fiori fioriscano: ognuno raccoglierà quelli che gli piacciono. Tolleriamo le provocazioni, e decidiamo quali accettare. Non sentiamoci chiamati in causa da ogni tono concitato: anche quando fanno il nostro nome, non è il nostro, ma un nick, un emblema, un passepartout, non ci colpiscono davvero.

Deve restare anche un luogo di scambio veloce di informazioni pratiche immediate, che non chiedono la lunga durata, banali, a volte ripetitive, ma utili a molti. A me non sembra troppo grave neppure l’intervento piccato di chi chiede quando escono certe informazioni, e non si è accorto che ci sono già, al loro posto. Almeno ci fa controllare se erano al posto giusto, e ben segnalate.

Le critiche all’organizzazione del corso vi trovano il loro posto legittimo. Più sono pensate e documentate, più servono a tutti. Abbiamo avuto diversi confronti ravvicinati e puntigliosi, e da alcuni siamo usciti tutti cresciuti. Conto sul fatto che ce ne siano molti altri.

Abbiamo voluto con forza la piena libertà di parola, e non intendiamo rinunciarvi. I piccoli interventi redazionali, di esplicitazione di un titolo, di ricollocazione nella discussione o nella categoria pertinente, servono a rendere queste parole efficaci.

Detto tutto ciò, ora, come è inevitabile, ci sono pure interventi che violano le norme più elementari di convivenza (anche virtuale). Ce ne sono stati in passato, e presumibilmente ce ne saranno ancora in futuro. Ma alcuni degli ultimi giorni avevano una cattiveria e una virulenza che fa interrogare sulle più profonde tenebre dell’anima umana. Mentre scrutiamo pensosi questi abissi, è giusto dire con chiarezza a tutti come ci comporteremo per difendere la cittadinanza comunitaria e la libertà di parola che proprio essi mettono in pericolo.

Almeno temporaneamente, NON sarà più possibile intervenire da anonimi.
NON saranno più accettati nickname che usurpano nome e cognome di persone viventi. Gli eventuali loro messaggi saranno collocati in una pattumiera, bloccandone la discussione.
Gli interventi che insultano persone realmente esistenti saranno collocati nella medesima pattumiera, togliendone i nomi degli offesi, e bloccandone la discussione.
Gli autori di tali messaggi saranno interdetti per tre mesi da mondoailati, ed esclusi dopo la terza violazione.
Ovviamente saranno fatte osservare anche le altre indicazioni di legge (rispetto delle norme sul copyright, divieto di pubblicazione di materiale razzista, o pornografico, eccetera, o di link ad esso).

Dato che in ultima istanza il responsabile di mondoailati di fronte alle leggi e alla nostra comunità sono io, mia sarà anche la responsabilità di questi interventi. Li farò apertamente, lasciandone traccia visibile e conservandone i residui (nella pattumiera, appunto), affinché ognuno possa giudicarli.

A custodire il custode ci saranno mille persone, tutti i cittadini di mondoailati.