Il cinema di François Truffaut è il senso nitido del racconto votato senza compromessi alla prosa (la poesia mi esaspera», scrive il regista sui Cahiers du çinéma). E la capacità di filmare la bellezza senza averne l'aria. E l'apparente semplicità di uno stile che si nasconde nel momento in cui si esprime. Per questo è inconfessabile, e mai esibita, tutta la fertile trama di richiami, sottotesti e giochi metalinguistici con la letteratura. Ma il peso e la nostalgia della parola letta e scritta impregnano ogni film.