nobody vuol dire nessuno? http://federicobadal oni.blog.kataweb.it/ snodi/00971/hackatho n-al-guardian-nuovi- tool-ai-giornalisti. html
Il premio per la migliore applicazione è andato ad Articlr, realizzato dalla società Flexewebs. Il principio è apparentemente semplice: un redattore comincia a scrivere un articolo all’interno di Articlr, il sistema capisce automaticamente gli argomenti di cui tratta il testo e il luogo da cui il giornalista sta lavorando.
Immaginiamo ora che il nostro corrispondente stia scrivendo da piazza Tahrir, al Cairo, durante la rivolta contro Mubarak: nelle colonne laterali del suo monitor compariranno i tweet più rilevanti (il sistema incrocia i parametri dell’argomento e del luogo), foto della piazza prese dinamicamente da Flickr. In un altro box viene visualizzato ciò che stanno scrivendo le altre testate online sullo stesso tema. Se il redattore nota un tweet o una foto particolarmente rilevanti, può decidere di trascinarli con il mouse all’interno dell’articolo arricchendo la narrazione di elementi multimediali con pochissimo sforzo. Forse per i non addetti ai lavori la cosa non sembra particolarmente eccitante, però vi assicuro che, soprattutto in circostanze in cui si lavora di corsa e sotto pressione, un tool del genere fa la differenza.
Vueo è un’applicazione che serve per gestire dirette video mescolando flussi di streaming degli utenti. Sul monitor compaiono tanti piccoli box quanti sono i flussi inviati dagli iPhone collegati al sistema, un mixer video consente di scegliere di volta in volta il video da “mandare in onda” sul proprio sito all’interno di un unico flusso video risultante. Pensate cosa si sarebbe potuto fare a piazza Tahrir con un decimo dei costi che ha dovuto sobbarcarsi la CNN.
Il team di Le Monde ha lavorato a un tool che consente di filtrare, mescolare ed editare in pagine web le informazioni provenienti da Twitter e Flickr. Una sorta di Coveritlive. La loro intenzione è infatti di riuscire a sviluppare in casa uno strumento con queste caratteristiche e inserirlo nel sistema editoriale della redazione che lavora al sito del loro giornale.
AudioSlidedeck è invece uno strumento per sincronizzare foto e audio provenienti da Audioboo e Flickr attraverso l’iPhone. Ne risultano delle “audiogallerie” molto suggestive, sul modello di quanto già avviene oggi ad esempio utilizzando Soundslides sul proprio computer.
Gli sviluppatori di Spotify hanno tentato di produrre un’applicazione che, catturando i movimenti degli occhi attraverso una webcam, riproduce un brano musicale differente per ogni zona di una pagina web su cui l’utente concentra lo sguardo.
Interessante anche l’esperimento tentato con Fluffbox, che crea una raccolta di tweet, foto, post e video. Questa raccolta viene resa disponibile al redattore come un box che si può inserire all’interno di un articolo. Nel team lavorava Glyn Wintle, un giornalista freelance che collabora con la BBC.
Molto probabilmente il Guardian organizzerà un evento del genere anche il prossimo anno. Suggerisco a tutte le software house italiane di non mancare. Se volete avere un’idea più di dettaglio, i tweet dell’evento li trovate tutti su qui, con l’hashtag #GSxSW.