«La storia e i personaggi. Avevo un rapporto molto difficile con la mia famiglia, in particolare con mia madre,e solo qualche anno fa ho capito di aver fatto “Jules et Jim” per farle piacereeavere la sua approvazione. L’amore giocava un ruolo molto importante nella vita di mia madre e poiché “Les 400 coups” per lei era stato come una coltellata nella schiena, ho fatto “Jules et Jim” nella speranza di dimostrarle che la capivo».

«Confesso che mi sentirei molto imbarazzato a fare”Jule et Jim” adesso, proprio perché mi darebbero fastidio le relazioni che si potrebbero trovare tra questa storia, in cui la donna regna sovrana, e il movimento femminista. Ciò che fece di “Jules et Jim” il mio libro preferito non era solo lo stile, prodigiosamente raffinato nella sua semplicità, di Henri-Pierre Roché, ma anche il messaggio di tolleranza che emergeva tra le righe. Per tutta la vita l’eroina del film Catherine, amerà due uomini che resteranno amici senza smettere di amarla. Uno dei due è tedesco, Jules; l’altro, Jim, è francese. Nello chalet in cui vivono c’è anche Sabine, figlia unica di Jules e Catherìne, e cio da ai film un’atmosfera familiare e dolce. Ed era questo che mi piaceva: “fare un film sovversivo con una dolcezza totale”, senza aggredire il pubblico ma avvolgendolo di tenerezza forzandolo ad accettare, sullo schermo situazioni che nella vita avrebbe condannato. “Jules et ‘Jim” è un sogno; noi tutti soffriamo del lato provvisorio dei nostri amori e questo film ci faceva appunto sognare di amori eterni. Tutto qui».