domenica 27 novembre 2011

questa confusione paradossale

Tutta questa fauna mediale delle tecnologie del virtuale, questo reality show perpetuo, ha un antenato: è il ready-made. Qualsiasi oggetto, individuo o situazione è oggi un ready-made virtuale, nella misura in cui di essi si può dire quanto Duchamp dice in fondo del portabottiglie: esiste, l'ho incontrato. E così che ciascuno è invitato a presentarsi tale e quale, esecitare la sua vita in diretta sullo schermo, come il ready-made recita la sua parte tale e quale, in diretta, sullo schermo del museo. Identico problema con i reality show: bisogna condurre il telespettatore non davanti allo schermo ma nello schermo, dall'altro lato dell'informazione. Fargli realizzare la stessa conversione di Duchamp col portabottiglie, trasferendolo tale e quale dall'altro lato dell'arte, creando così un'ambiguità definitiva tra l'arte e il reale. Oggi l'arte non è altro che questa confusione paradossale tra le due cose, e l'intossicazione estetica che ne deriva. Allo stesso modo l'informazione non è altro che la confusione paradossale dell'evento e del medium, e l'incertezza politica che ne deriva. E così che siamo diventati tutti dei ready-made.
2005, mondoailati