Un giorno di pausa e' piuttosto lavoro che altro:
uno sguardo ai settimanali, alla programmazione televisiva,
a conversazioni un po' oziose e distratte, alla radio locale, ai
giochi televisivi estivi... Ed ecco la stereofonia
dei linguaggi. Ed eccoci diventare luoghi pubblici,
piazze di Tangeri, souk. Luoghi in cui sostano parole,
sintagmi minuti, mozziconi di formule:
"nessuna frase a formarsi, questa la legge di quel linguaggio"
Di colpo torno a lavorare, a speculare sugli strumenti
che certi giornalisti ancora generosamente riescono a mettere
in campo
#
Minacciata dal carico di queste preziosita' che chiedono
di essere raccolte - almeno da uno scrittore di nuovi media-
guardo con fiducia al web robot che in modo asincronico -
quando dormo, viaggio, mi dimentico della sua esitenza -
continua a girare, ad essere scritto, a pubblicare
casualmente random mode tutto cio' che da ogni angolo della terra,
senza orari, gli viene chiesto di pubblicare send mode.
Vi guardo come all'unico automatismo capace di garantire, previa
scrittura, la compresenza di media, di linguaggi: sembrerebbe la
Mostra di Venezia, sembrerebbe ogni Festival Internazionale
del cinema:
"Una medusa labi, una nuvola informe, un inzeppato contenitore:
senza linea, senza centro e senza cuore, raccolgie opere eteroclite,
affastella film eterocliti, moltiplica sezioni e sottosezioni, accumula
il possibile, si muove in direzioni divergenti,
rifiuta limiti e allarga i confini, concilia l'inconciliabile, accosta
lungo e corto, minimo e colossale, celebre e clandestino.
Come tutti i festival: per caos e per caso".
Ma qual e' il punto? Il punto e' (o potrebbe essere)
la comunicazione digitale, la cultura digitale, il nuovo media.
Certamente nuovo linguaggio che aspira a comprendere
(senza rassicurazioni) tutti gli altri e che fa della casualita'
il principale criterio di pubblicazione.
CLip di televisione folle - frammenti di televisione folle -
greedy (tecnica e metodo di programmazione) television
(in onda da domenica 3 settembre 1995 su Ten, Teleuropa Network)
Il linguaggio e' quello del robot che muove il web.
Il linguaggio e'quello che sottende il modelllo caotico e casuale,
che lo sostiene, che permette di dirlo, di scriverlo.
In attesa che la radio si digitalizzi, che la televisione
prenda ad avere un corpo e un'anima digitali... il corpo e l'anima del
webrobot li raccolgono,: frammenti audio-video-testo confluiscono
senza sosta ( ) in un contenitore che automaticamente
e casualmente li ripropone epubblica continuamente ogni 8,4,3,2...
secondi.