SEGNI
3. (...) I segni non sono delle prove , dal momento che chiunque puo produrne di falsi e di ambigui. Ecco quindi che paradossalmente, ripiego sull'onnipotenza del linguaggio: poiche' niente rende sicuro il linguaggio, io faro' del linguaggio la sola e ultima certezza : non credero' piu' all'interpretazione. Dal mio altro, accogliero' ogni parola come un segno di verita'; e quando a parlare saro' io, non mettero' in dubbio che esso prenda per vero cio' che diro'. Di qui l'importanza delle dichiarazioni; io voglio incessantemente carpire all'altro la formula del suo sentimento e, da parte mia, incessantemente gli dico che lo amo: niente e' lasciato alla suggestione, alla divinazione: perche' una cosa sia saputa, bisogna che sia detta; (...)