martedì 9 marzo 2010

Il Convideo del Potame Busento

Il Convideo del Potame Busento era l'annuncio della convergenza dai vari supporti sui monitor, quali periferiche d'interfaccia comuni alle elaborazioni più distanti, unificati dal dominio spettacolare della televisione.
Nella scena ove i confini del pubblico e del privato si confondono irreversibilmente, ci si aggiusta in massa nella rete delle conoscenze che spingono la comunicazione a distanza, su supporti analogici e digitali o sui cavi. Si cominciano a stipare gelosamente nelle memorie familiari le registrazioni delle ecografie dei feti come attinti direttamente all'esplorazione del mistero della nascita, accanto agli ormai mitici video di nozze appena archiviate e alle registrazione delle vigilant camera
nella corsa chiusa dei cicloni cortocircuitati sui possedimenti più vari di aziende, uffici, stazioni, a guardia di cancelli automatici o a spiare sull'angolo degli edifici. La consueta affacciata alle finestre dei bancomat sulle strade cittadine, le biglietterie automatiche alle stazioni, i display dei grandi blockbusters dell'homevideo compulsati per il cinema in casa, i distributori automatici di carburante o delle sigarette, sono emergenze ambientali consolidate e accettate per consuetudine metropolitana.
Mobili nei walkman o imprigionate ancora nei totem informativi le guide interattive si esercitano per l'ingresso in rete, ed ecco Margi: "Ci muoviamo subito tenendo due pedali: verso l'identità più irripetibile fin dentro i fonemi, le caratteristiche somatiche, i nomi dei luoghi, i tagli del paesaggio incisi nella nostra terra e verso la possibilità che l'abitare una terra così intimamente sentita. Ci è dato di pensare tutto il mondo nelle sue diversità senza timori, in modo aperto, affrontandone la mutevolezza la precarietà e la sfida del nuovo che esso induce nel mondo con la naiveté degli artisti. Almeno questo - che Barthes interroga: Vorrei che qualcuno mi insegnasse che scrivere non significa tradire la propria sincerit
à -come se veramente qualcuno oggi possa pensare seriamente di poter dare un nome ad un luogo come i pubblicitari in questa finzione/funzione pesante che si sono dati nei linguaggi della persuasione, (..) "
.Si è impegnati a fondo nel corpo sociale sulle relazioni tra le persone e i luoghi, contando sull'energia visionaria dei media, lavorando nella sperimentazione ormai a ridosso della rete telematica in un ambiente che noi stessi avevamo fortemente designato fino ad allora come televisivo: dovevamo usare questo, il mondo della televisione ricreato ovunque fosse possibile, per quella, la prosopopea telematica.