
Nella scena ove i confini del pubblico e del privato si confondono irreversibilmente, ci si aggiusta in massa nella rete delle conoscenze che spingono la comunicazione a distanza, su supporti analogici e digitali o sui cavi. Si cominciano a stipare gelosamente nelle memorie familiari le registrazioni delle ecografie dei feti come attinti direttamente all'esplorazione del mistero della nascita, accanto agli ormai mitici video di nozze appena archiviate e alle registrazione delle vigilant camera nella corsa chiusa dei cicloni cortocircuitati sui possedimenti più vari di aziende, uffici, stazioni, a guardia di cancelli automatici o a spiare sull'angolo degli edifici. La consueta affacciata alle finestre dei bancomat sulle strade cittadine, le biglietterie automatiche alle stazioni, i display dei grandi blockbusters dell'homevideo compulsati per il cinema in casa, i distributori automatici di carburante o delle sigarette, sono emergenze ambientali consolidate e accettate per consuetudine metropolitana.
Mobili nei walkman o imprigionate ancora nei totem informativi le guide interattive si esercitano per l'ingresso in rete, ed ecco Margi: "Ci muoviamo subito tenendo due pedali: verso l'identità più irripetibile fin dentro i fonemi, le caratteristiche somatiche, i nomi dei luoghi, i tagli del paesaggio incisi nella nostra terra e verso la possibilità che l'abitare una terra così intimamente sentita. Ci è dato di pensare tutto il mondo nelle sue diversità senza timori, in modo aperto, affrontandone la mutevolezza la precarietà e la sfida del nuovo che esso induce nel mondo con la naiveté degli artisti. Almeno questo - che Barthes interroga: Vorrei che qualcuno mi insegnasse che scrivere non significa tradire la propria sincerità -come se veramente qualcuno oggi possa pensare seriamente di poter dare un nome ad un luogo come i pubblicitari in questa finzione/funzione pesante che si sono dati nei linguaggi della persuasione, (..) ".Si è impegnati a fondo nel corpo sociale sulle relazioni tra le persone e i luoghi, contando sull'energia visionaria dei media, lavorando nella sperimentazione ormai a ridosso della rete telematica in un ambiente che noi stessi avevamo fortemente designato fino ad allora come televisivo: dovevamo usare questo, il mondo della televisione ricreato ovunque fosse possibile, per quella, la prosopopea telematica.